Eiji Okuda VS Light Mustang Nara

Il colpo ormai era portato a termine. La lama azzurra, seguendo il fluido movimento del braccio, si sarebbe a breve abbattuta sull'avversario, provocandogli danni gravissimi e facendo terminare lo scontro. Già sentiva, fiutando l'aria come una tigre, l'odore del sangue nemico, sparso a terra sotto il suo corpo esamine. Niente avrebbe ostacolato Eiji, niente avrebbe potuto fermarlo. O almeno, questo era ciò che credeva. All'improvviso, infatti, il suo corpo si ritrovò totalmente bloccato, come già in quello scontro era accaduto molte, troppe volte. La sua furia esplose in un ringhio animalesco. Di nuovo quell'Hijutsu, quello stupido e insulso Hijutsu che gli aveva causato tanti problemi! Ora più che mai avrebbe voluto colpire il Nara a mani nude, ma pultroppo ciò gli era al momento impossibile. Con ogni centimetro del suo corpo tentò di forzare la tecnica che lo teneva costretto all'immobilità, senza tuttavia alcun risultato. Il sangue gli ribolliva sempre più nelle vene ogni secondo che passava stretto in quella morsa invisibile. "Impossibile!", pensò incredulo. Poco prima era riuscito a spezzare il Controllo dell'Ombra senza fatica, quasi scrollandoselo di dosso. Ora, invece, tutto pareva inutile. Eppure, c'era qualcosa che non lo convinceva. Come se un particolare, in tutto questo, gli fosse sfuggito. Si era lasciato trascinare dall'ira, perdendo la sua calma e la sua lucidità. Giustamente, ne pagava le conseguenze. In futuro, avrebbe fatto meglio a usare con più cautela il Segno Maledetto, evitando di farsi trascinare nel vortice di follia e eccitazione che esso portava con sè. In ogni caso, ora doveva concentrarsi, e cercare di analizzare gli ultimi momenti che avevano preceduto il "blocco".
Forse qualcosa nei movimenti eseguiti da Light? No, era rimasto fermo, quasi atterrito dalla sua trasformazione. O forse dei particolari sigilli? No, non ne aveva compiuto alcuno. "Certo!", si disse trionfante. Era proprio questa cosa ad essere strana: di norma, il Controllo dell'Ombra richiedeva di mettere le mani nella posizione del Topo. Solo due volte era capitato il contrario, prima di allora: durante il primo combattimento, quando Eiji era stato catturato in un Genjutsu che mimava il Kage Mane, e pochi minuti prima, quando la tecnica si era attivata senza sigilli. Tuttavia, poteva escludere per certo la seconda possibilità, ovvero che si trattasse di una particolare variante dell'Hijutsu nemico. Con la forza di cui ora disponeva, avrebbe dovuto senza dubbio distruggerlo. Invece, non c'era verso di potersi muovere. Quindi, non rimaneva che l'opzione Illusione.
Pultroppo, nonostante il ragionamento dell'Anbu fosse corretto, non fu sufficiente a salvarlo dall'esplosione che avvenne a mezzo metro da lui. Anche se aveva capito quale jutsu era stato usato su di lui, non avrebbe in alcun modo liberarsi prima di essere colpito. Proilmente Light aveva messo in atto quella mossa per difendersi e allo stesso tempo scagliare un attacco a sorpresa, ed era riuscito nell'intento. Nonostante questo, il ninja di Konoha aveva commesso un grave errore. Forse per pietà, o forse per qualche altro insulso motivo, aveva fatto sì che la detonazione non avvenisse direttamernte sul corpo di Eiji, ma abbastanza lontano da lui per non provocargli più che ferite medio/lievi sparse lungo il busto e un taglio - questo abbastanza serio - presso la spalla sinistra. Il dono di Orochimaru aveva infatti reso la sua pelle coriacea, donandogli una resistanza più elevata del normale e proteggendolo dal colpo. Comunque, il dolore arrivò ugualmente al suo cervello, lancinante e prolungato. E proprio tale dolore lo tirò fuori dal Genjutsu, ristabilendo il flusso del chakra alterato nella sua mente.
L'Anbu di Suna cadde a carponi, ansimando. Con le ferite era tornato anche l'affaticamento, per qualche secondo nascosto dall'euforia del grande potere appena attivato. Ma nonostante questo, non poteva permettersi di rimanere lì, con le ginocchia piegate e la mani nella cenere. Avrebbe concluso tutto con un attacco solo, uno dei più potenti che possedeva, sfruttando l'occasione: l'avversario si trovava infatti a soli quattro metri da lui, ed era immobile. Un bersaglio perfetto, insomma.
Inspirò, ignorando il dolore provocato dal taglio lungo la spalla, da cui il sangue era colato sulla maglia imporporandola. Compose i sigilli il più velocemente possibile. Cavallo, Scimmia, Bue, Cinghiale. Infine, aprì la bocca. Da essa si sviluppò prima un bagliore, poi, nemmeno un secondo dopo, partì una poderosa scarica elettrica, dal diametro di un metro e dotata di incredibile rapidità. "Muori, Nara", pensò. Quello era il suo regalo d'addio.

Evidentemente l'avversario lo stava sottovalutando, nonostante Eiji avesse mostrato una abilità nel combattimento fuori dal comune e tecniche di livello e potenza alti. Difatti, dopo che l'Anbu di Suna ebbe composto i quattro sigilli necessari al Raiton Gian, dalla sua bocca si propagò in linea retta una scarica elettrica dal diametro di un metro, dall'altissima velocità. Tuttavia, nonostante si aspettasse di vedere il nemico stramazzare a terra colpito in pieno, questi si sostituì, utilizzando un jutsu banale degno di uno studente dell'Accademia. Al suo posto era comparso uno strano oggetto dalla forma allungata, forse la freccia che aveva usato poco prima per catturarlo, o forse qualcos'altro. Poco importava. Ora, senza ombra di dubbio, Light avrebbe tentato di attaccarlo di sorpresa, credendo che un ninja del livello di Eiji si facesse raggirare da un simile trucchetto. Poichè l'avversario era fuori dal suo campo visivo, doveva con tutta probabilità trovarsi all'incirca dietro le sue spalle, o per lo meno in posizione arretrata rispetto a lui. In ogni caso, uno Scudo Nero di Secondo Livello sarebbe bastato a dargli una buona copertura, così da fermare gli attacchi più insidiosi e dargli il tempo di riprendere il controllo della situazione.
Grazie al Segno Maledetto, il campo magnetico risultava nettamente più potente e più veloce. La sabbia emerse dal terreno e si compattò in meno di due secondi, formando una lastra di ferro che partiva da terra e arrivava a due metri di altezza. Sarebbe stata più che sufficiente, qualora Light avesse utilizzato il Kage Mane o una tecnica di Livello C o B. Era piuttosto difficile - se non impossibile - che se ne venisse fuori con un jutsu di Livello A o superiore, d'altra parte entrambi erano ormai allo stremo delle forze. Comunque, il Satetsu no Tama avrebbe per lo meno alleviato il danno.
Ovviamente c'era la possibilità che il Nara facesse compiere strani movimenti alla sua ombra e aggirasse quell'ostacolo che si era appena eretto in mezzo a loro, così com'era possibile che lo shinobi di Konoha avesse messo in atto una strategia che Eiji non aveva nemmeno previsto. Era possibile, certo, ma improbabile. Nei due scontri che avevano combattuto, si era dimostrato piuttosto ripetitivo, con strategie che puntavano unicamente a catturare l'avversario con il suo Hijutsu. Pure durante questo combattimento, a un anno di distanza, le cose non erano cambiate. Sarebbe stato quantomeno strano che cambiasse tutto d'un tratto. Soprattutto ora, che la stanchezza era tale da annebbiare la mente.
Tutto queste supposizioni furono ben presto confermate. L'Anbu di Suna concluse la Raiton Shirirorai in tutta fretta, accortosi ormai che il suo attacco era andato a vuoto. Quindi, con lo Scudo Nero alle spalle, si era alzato in piedi e si era guardato in torno, mettendo in funzione il suo udito e fiutando l'aria come un predatore. Niente a destra, niente a sinistra. Per esclusione, dunque, Light non poteva che essere alle sue spalle, come aveva giustamente dedotto poco prima.
Attorno al metro e settanta di altezza il Satetsu no Tama iniziò a sgretolarsi. Prima, si formò un buco, dalla dimensioni poco superiori a venti centimetri. Lo spazio necessario a Eiji per individuare l'avversario. Poi, pian piano, come un foglio di carta su cui si espande la bruciatura di una sigaretta, lo Scudo si frantumò, finchè rimasero solo pochi centimetri di polvere nera a terra.
- Non hai ancora capito? La differenza fra le nostre abilità è incolmabile. Come speri di battermi? Con una Kawarimi?
La stanchezza si faceva sentire, nonostante il dono di Orochimaru gli avesse donato stamina aggiuntiva. Ormai i muscoli dolevano, il petto si abbassava e sollevava in fretta, il fiato era corto. Aveva pronunciato quelle parole con il suo solito tono canzonatorio, anche se questa volta chiunque avrebbe notato che c'era cattiveria in loro. Nessuno poteva osare opporsi a lui, tanto più se lo faceva con strategie e tecniche banali. Non poteva tollerarlo, e non l'avrebbe tollerato. Quelli sarebbe stati gli ultimi secondi di vita di Light Mustang Nara.
Con uno scatto, cercando di ignorare il più possibile il dolore delle ferite e la fatica, l'Anbu di Suna si fiondò contro il nemico, a una velocità che non gli avrebbe lasciato tempo di reagire in alcun modo. Non ci volle nemmeno un secondo per attraversare i due metri che li separavano. Il braccio destro scattò in avanti, sulla mano cominciarono a prodursi guizzi azzurri. Eiji avrebbe tentato di poggiare il palmo contro il petto dell'avversario, per scaricare su di esso una forte scarica elettrica, in grado di provocargli danni considerevoli da ustione e ferite negli organi sottostanti, quali il cuore e i polmoni. Finalmente, dopo quel colpo, tutto sarebbe finito.