Posts written by Grozoth

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    Le piantagioni di riso si estendevano per chilometri e chilometri, ricoprendo la terra con un manto erboso soffice e sottile e uno strato d'acqua alto poco più di una decina di centimetri, il quale era un presupposto fondamentale e necessario per la coltivazione del riso. Con aria sospetta e sguardo attento, Suzaku si aggirava nel pantano che lo aveva tristemente accolto. Non vi erano particolari forme di vita, non vi erano fiori o alberi degni di essere ammirati, non si udiva rumore alcuno nè da parte di animali, nè del vento, nulla. Dopo qualche tempo, Suzaku vide all'orizzonte spuntare un qualcosa di insolito, era il Villaggio del Suono, fondato da colui che andava cercando così ardentemente, Orochimaru-sama. Probabilmente lì avrebbe ottenuto delle informazioni importanti sulla posizione del Covo del Sannin di Oto, in quanto da solo e privo di indizi era praticamente impossibile setacciare quelle foreste e quelle piantagioni così oscure e pericolose.
    Passò un altro quarto d'ora prima che l'Uchiha attraversasse le porte del Villaggio, solo dopo essersi tolto dal braccio destro il coprifronte della Foglia e averlo opportunatamente nascosto nella tasca interna del soprabito corvino che indossava. La Foglia e il Suono non erano mai stati in buoni rapporti, da sempre Orochimaru aveva cercato di vendicarsi dell'Hokage e di distruggere il Villaggio anche con l'aiuto della Sabbia, ma questo successe molto tempo fa. Non si avevano più notizie del Sannin da molto tempo oramai; qualcuno osava affermare che egli era morto, altri che escogitava qualcosa di grande e infallibile per realizzare i suoi malefici piani di dominio del mondo e distruzione di Konoha.
    -*Che razza di villaggio, mi pare di essere ritornato indietro nel tempo di circa una ventina d'anni. E' davvero così arretrato come si vociferava allora! Probabilmente Orochimaru in cambio di lavoro nelle piantagioni di riso e di una piccola e umile dimora, riesce ad assicurarsi il prezioso silenzio e la fedele collaborazione di questa povera gente.*
    Nonostante l'ora tarda della notte, il Villaggio era in vistoso subbiglio: il mercato era aperto, con le innumerevoli bancarelle che vendevano di tutto, da frutta ad attrezzi di lavoro, dal pane ad armi di shinobi arruginite. Molti puntarono gli occhi su di lui, probabilmente avevano già intuito che si trattasse di uno straniero, o peggio ancora di qualcuno che come molti altri prima di lui, stavano cercando il loro Sannin.
    Il Villaggio si estendeva in una grande via principale su cui lateralmente erano costruite le catapecchie dei contadini e da cui di tanto in tanto si snodavano altre vie decisamente più piccole e tenebrose. Suzaku senza perder tempo e senza voler dare ancora di più nell'occhio, imboccò una stradina alla sinistra, qualche isolato dopo il cancello principale del Villaggio.
    Uno sgradevole odore di letame invase violentemente le narici dell'Uchiha, il quale con una smorfia di disgusto, constatò che doveva trovarsi in uno dei quartieri più arretrati e malfamati della città. Vi era della gente stesa per terra, moribonda, addormentata, in preda alla fame e alla sete predicando e scongiurando pietà a chiunque passasse di lì. Non passò molto tempo prima che Suzaku, dopo aver imboccato un'altra strada ancora più buia e stretta, ingappasse nella tipica banda di mocciosi che con futili minacce tentavano di ottenere soldi e qualcosa da dividersi.
    -Ma guarda chi abbiamo qui, che bel vestitino che hai testa di rapa! Ti consiglio di darmi tutto quello che hai, compreso i tuoi vestiti! Subito, se vuoi avere salva la vita! Non ti ho mai visto da queste parti, tantomeno nel centro di Oto, cosa vuoi? Chi ti manda? Parla o ti faccio a pezzi.-disse il capo della banda di ladruncoli, un ragazzo sulla ventina d'anni, alto, muscoloso, di carnagione scura, con una bandana a coprire la calvizia e una benda da tipico pirata sull'occhio destro. Maneggiava un machete e agli occhi degli altri tre scagnozzi esercitava la propria leadership con evidente carisma e un finto potere. Gli altri tre erano magri e mingherlini, il fisico provato dalla fame e un'espressione idiota stamapata sulla faccia, la quale non esitava ad incoraggiare le gesta del proprio capo.
    Suzaku socchiuse gli occhi per un momento e prese a parlare con voce sottile e tagliente: -Se tu e i tuoi scagnozzi volete vivere ancora a lungo, vi consiglio di farvi da parte, in caso contrario perirete per mano mia. E' il mio primo e unico avvertimento. Qualunque scelta facciate dunque, addio.
    -Muahahahhaha, siamo coraggiosi eh? Avanti Abel, Fusaku e Ramoto ammazzate questo bastardo!-disse il capo della banda. Senza voler incorrere nell'ira del loro ben amato leader, i tre ragazzi, un po' timorosi e preoccupati dalle parole di Suzaku, si scagliarono contro di lui senza pensarci due volte. Uno brandiva una catena, un altro una mazza chiodata e l'ultimo un'ascia molto rudimentale. Suzaku rimase fermo con gli occhi ben fissi a guardare i movimenti così rudi e rozzi dei tre scagnozzi. Dopo pochi secondi essi giacevano per terra privi di vita e immersi in una pozza di sangue scarlatto. Il volto del leader della banda divenne bianco e pallido, aveva capito di aver davanti un vero e proprio assassino senza scrupoli, disposto a tutto pur di ottenere ciò che voleva.
    -Adesso tu mi dirai dove si trova il Covo di Orochimaru-sama, in caso contrario raggiungerai ben presto i tuoi compagni all'inferno.-ma il ragazzo rimase impietrito e non riusciva a spiccicare parola alcuna. Improvvisamente il corpo del ragazzo parve essere stato impossessato da qualche forza sovrannaturale, un qualcosa di inspiegabile era accaduto. Gli occhi divennero giallognoli e le pupille sottili e corvine, la pelle si fece pallida e per certi tratti rugosa, la voce divenne gracida e viscida.
    -Prosegui a nord di qui per circa cinque chilometri, troverai l'entrata posteriore nord del villaggio, imbocca il sentiero a destra ed entra nella radura, conta dieci alberi di quercia e infilza un kunai nel tronco dell'undicesimo. Ti aspetta.
    Suzaku rabbrividì e lasciò cadere per terra il corpo esanime e ormai privo del caldo soffio della vita di quel ragazzo. Il konihano era in preda al panico e ad una forte sudorazione, non credeva a ciò a cui aveva tragicamente assisito. Tornato lucido controllò i battiti del leader della banda, ma esso era stranamente caduto vittima di qualche losco sortilegio. Suzaku aveva una spiegazione ma credeva che fosse così stupida e irreale. Possibile che il grande Orochimaru lo avesse raggiunto e utilizzato uno stupido ladruncolo per condurlo al suo covo? Tornato alla realtà Suzaku non avendo nessun altra informazione o indizio si allontanò dal luogo di quei tremendi delitti, diretto verso la radura di quercie di cui il ladro gli aveva parlato. Attraversò l'intero villaggio per le vie secondarie della città, cercava di nascondere il suo volto così abbronzato dalla luce di Konoha, onde evitare che qualcuno riconoscesse le sue origini e l'Hokage stesso venisse a conoscenza di questo strano e inspiegabile viaggio. Di sicuro il Kage di Konoha non avrebbe mai compreso le sue intenzioni, lo avrebbe considerato un Mukenin e fatto piombare nel caos più totale l'intero Clan degli Uchiha. Mescolatosi ad una folla di contadini, Suzaku riuscì ad attraversare il portone dell'entrata nord di Oto, stranamente l'unico ad essere sorvegliato da due shinobi del Villaggio, anche se all'apparenza parevano giovani ed inesperti, forse si trattava di due miseri Genin, ma era meglio non creare altro subbuglio in città, più di quanto non era finora accaduto. Suzaku a quel punto, prese il sentiero a destra del portone verdone del Villaggio e si incamminò nella radura. Era molto fitta, sempre oscurata e dall'aria decisamente fresca e piacevole. Non vi erano particolarità degne di nota, se non un fitto sottobosco e delle imponenti quercie prive di rami fino all'altezza di cinque metri. Avanzò per diversi chilometri nella radura, finquando non notò una fila di alberi decisamente diversi rispetto a quelli che aveva incontrato sinora. Erano vere e proprie quercie molto più imponenti e maestose degli alberi precedenti, così Suzaku prese a contare secondo il criterio che gli era stato suggerito. Dopo averne attraversate dieci, afferrò un kunai e lo ficcò con enorme forza e vigore nel tronco dell'undicesima quercia. Nulla pareva essere accaduto. Probabilmente tutto ciò che aveva visto e sentito dal ladro altro non era che un Genjustu di qualche guardia, per poterlo allontanare dal villaggio e farlo cadere vittima di un'imboscata. Estrasse la lama corvina di Yata Garasu e rimase con tutti i sensi all'erta per percepire anche il più impercettibile dei movimenti, dei rumori e di quant'altro potesse accadere da un momento all'altro. Tuttavia, Suzaku avvertì nuovamente quella strana e malata sensazione che lo aveva avvolto appena messo piede nel Paese del Suono, questa volta molto più forte e perversa, nonostante la preoccupazione del Chunin e la concentrazione che stava cercando di raggiungere per non rimanere scoperto da attacchi nemici.
    Che nelle vicinanze si trovasse davvero il covo del Sannin? Cosa avrebbe affrontato adesso la Fenice Rossa della Foglia?

    Suzaku Uchiha
    Stato Fisico: Eccellente
    Stato Mentale: Eccitato, ma allo stesso tempo tremendamente apatico
    Chakra: 180/180
    Equipaggiamento:
    Kunai (x10); Shuriken (x5); Fumogeni (x5); Cartabomba (x5); Fili Metallici (x3); Yata Garasu
    Armi Utilizzate:
    Jutsu Utilizzati:
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    ciao e benvenuto^^
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    La figura tanto desiderata e percepita poco tempo prima non tardò a mostrarsi. Probabilmente aveva avvertito anche lui la presenza della Fenice Rossa, a causa delle macchie di sangue di quella stupida lepre, che poteva far saltare la sua copertura e un evenutale attacco a sorpresa. L'avversario aveva uno sguardo profondo e intimidatorio, portava il coprifronte del Villaggio della Pioggia, Ame. Suzaku non si era mai scontrato con uno shinobi di quelle parti, fonti certe assicuravano che le abilità di quei ninja erano decisamente fuori dal comune e per l'Uchiha era un'ottima occasione per testare tali misteriose abilità.
    Innanzitutto Suzaku aveva intenzione di vedere se costui, così sicuro e temerario fosse davvero un nemico degno di essere sfidato e di confrontarsi con la Fenice Rossa della Foglia. Così formò una croce con l'indice e il medio delle mani, in modo da creare un perfetto bushin corporeo praticamente identico al corpo originale. A quel punto Suzaku copia, uscì allo scoperto dal nascondiglio sull'albero e si lanciò verso il misterioso shinobi della Pioggia sferrando un calcio in volo indirizzato verso il viso del ninja. Tuttavia, esso costituiva un semplice diversivo, infatti Suzaku aveva legato una cartabomba ad un kunai che lanciò esattamente dietro la copia corporea così da essere completamente celata agli occhi del ninja di Ame. Una volta arrivata a pochi centimetri dal suo obiettivo, la cartabomba sarebbe stata detonata, dando vita ad una ingente esplosione, che avrebbe colpito sia il bushin facendolo scomparire in una densa nube di fumo, sia il nemico così spavaldo e spaccone.
    -*Vediamo come te la cavi gradasso!*
    Gli occhi di Suzaku si accesero di una luce intensa e minacciosa, quando era eccitato per un imminente combattimento non desiderava altro che confrontarsi con il suo nemico, per divertirsi e trovare la pace per il suo istinto così impulsivo e guerresco. Lo scontro era iniziato e una strana sensazione suggeriva a Suzaku che ci sarebbe stato da divertirsi di lì a poco.

    Suzaku Uchiha
    Stato Fisico: Eccellente
    Stato Mentale: Tremendamente eccitato
    Chakra: 160/180
    Equipaggiamento:
    Kunai (x9); Shuriken (x5); Fumogeni (x5); Cartabomba (x4); Fili Metallici (x3); Yata Garasu
    Armi Utilizzate:
    Jutsu Utilizzati:
    Tipo: Ninjutsu
    Sigilli: La mano destra a formare il sigillo Tigre, indice e medio della sinistra perpendicolari
    Descrizione: Questa tecnica permette di creare dei cloni simili in tutto e per tutto al Ninja che li ha creati, a una distanza massima di 1 metro. Le copie avranno consistenza fisica e potranno utilizzare Taijutsu, Ninjutsu e Genjutsu, oltre che l'innata e i jutsu derivati da essa (il costo delle tecniche utilizzate dalle copie verrà direttamente scalato dal chakra del Ninja che le ha create). Le copie possono allontanarsi a una distanza massima di 30 metri dal Ninja che le ha create, dopodiché spariranno in una nuvola di fumo. Le copie se toccate hanno una consistenza fisica, e se ricevono un danno lieve scompaiono. Quando le copie scompaiono trasferiscono la loro esperienza e la loro stanchezza al Ninja che le ha create. Le copie durano al massimo 6 turni. Nè Sharingan nè Byakugan possono distinguere le copie dal Ninja che le ha create.
    Livello: B Consumo: 20 a copia

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    no no la utilizzerò con la Chidori Katana, momentaneamente non ho elaborato alcuna tecnica in particolare, mi servirò solo di quella per utilizzare questo potere.
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    Una nottata estiva splendida. La luna rischiarava con fioca luce il prosperoso e fiorente Villaggio della Foglia, insieme alle stelle, che anche se piccole e quasi insignificanti, popolavano il cielo terso e corvino, che come un mantello nero aveva avvolto la Terra. Il circolare ritratto così perfetto e incantevole della luna si rifletteva in una pozza d'acqua, dal cui fondale si distinguevano luci luminescenti e i pesci si esibivano in sfavillanti balletti dai piacevoli contrasti cromatici. Un soffice vento, leggero e docile, accarezzava candidamente piante, chiome di secolari quercie e fiori di ogni sorta di specie e di colore. Il canto dei grilli e le luci emanate da un gruppetto di lucciole allietavano la vista di quello splendido paesaggio. La notte così tetra ma così misteriosa, era semplicemente meravigliosa.
    Disteso su un soffice manto erboso, a pancia all'aria e con una radice di liquirizia in bocca, Suzaku Uchiha, un Chunin del Villaggio della Foglia, si godeva lo spettacolo notturno che la natura sembrava gli stesse generosamente offrendo. Il silenzio era incredibile, ma a tratti rendeva il luogo spettrale e tombale, anche se era proprio questo miscuglio di magia e mistero che rendeva unico e inconfondibilmente fatato lo spiazzo qualche chilometro oltre i cancelli di Konoha.
    Suzaku era da qualche tempo che ricercava qualcosa, ma la sua mente non era così lucida da riuscire a capire l'oggetto della sua ricerca. Era assalito da una strana sensazione, a tratti incontrollabile, che lo spingeva ad allenarsi duramente e per moltissime ore durante il giorno, anche con illustri maestri dell'Accademia dei Ninja. Tuttavia, erano mesi che l'Uchiha, nonostante il passaggio a Chunin e le innumerevoli battaglie affrontate, non sentiva più il sangue ribollire nelle vene. Tutto si era stranamente relativizzato e anche gli scontri con avversari decisamente più forti e astuti di lui, non riusciva a sortire gli effetti sperati. Era apatico, incapace di provare emozioni vere, di provare brividi lungo la schiena anche solo per paura o per mero spavento. Quando parlò con suo padre, quest'ultimo non fece altro che inserirgli un dubbio nella mente che non smetteva di attanagliarlo, anzi non fece che peggiorare la situazione.
    Suo padre gli aveva parlato della storia dell'uomo, di come guerre e progresso non fossero altro che mezzi attraverso cui l'uomo cerca di raggiungere una sola cosa nella propria vita, anche a costo di mettere a repentaglio la sua e l'incolumità dell'intera umanità. Essa era il Potere. Potere. Una parola che risuonava mille e più volte nell'animo e nella mente del giovane Chunin, turbandolo nel profondo. Suo padre non aveva visto altro che questo nell'apatia di suo figlio: un briciolo di oscurità che con il tempo si era rafforzato e si era annidato nel suo cuore puro, costringendolo adesso a ricercare qualcosa di altrettanto tenebroso e pericoloso.
    -Il potere, il potere, il potere. Non riesco a pensare ad altro, che mio padre abbia ragione? Cosa c'è di così potente a questo mondo tanto che placherebbe questa irrefrenabile sensazione?
    Gli interrogativi di Suzaku erano tali che nulla sembrava rilassarlo e tranquillizzarlo. L'unica cosa che era riuscito a capire, era di essere un pericolo per Konoha e per la sua famiglia, in quello stato così deprorevole. Doveva partire, allontanarsi per qualche tempo dalla vita ordinaria e per certi versi anche monotona, che aveva trascorso sinora. Doveva partire per affrontare un viaggio interiore, per conoscere la sua anima nel profondo e capire esattamente cosa ricercasse così ardentemente.
    Uno zaino preparato da diverso tempo giaceva steso accanto a lui sulla superficie erbosa della radura. Di tanto in tanto lo scrosciare dell'acqua lo riportava alla realtà come ad indicargli di partire in quell'istante stesso. Afferrò lo zaino e si diresse senza una meta precisa a nord, verso il Villaggio di Oto, nel Paese delle Risaie, da sempre un luogo particolarmente misterioso. Si incamminò con la consapevolezza di poter tornare forte e rinato, o corrotto nell'animo dal potere che andava ricercando. Sarebbe stato di certo un viaggio che gli avrebbe fatto capire quale strada Suzaku avrebbe dovuto intraprendere adesso che si trovava ad un bivio importante.
    Il suo cuore era quasi affaticato, spesso sentiva delle pulsazioni talmente forti da farlo sudare e spaventare a tal punto da sentirsi anche svenire. La sua crisi interiore gli aveva fatto dimenticare quanto fosse legato alla sua famiglia, al suo sensei, ai ninja del Villaggio, così come ai suoi cittadini. Da sempre era stato al loro servizio, aveva lottato per qualcosa di nobile, anche se tendeva sempre a nasconderlo e a non provare nulla quando era in missione, anche se si trattava di salvare una semplice donzella in pericolo o il più grande proprietario terriero dell'intero Paese del Fuoco. Ripensava a quanto dovesse essere duro salvaguardare l'onore del Clan Uchiha, il più importante di tutto il Villaggio, di quanto sarebbe stato duro per gli esponenti del Clan veder tornare il proprio pupillo tremendamente corrotto e deprivato di ogni libera scelta.
    Era la sua vita, non poteva tirarsi indietro. Se il potere lo avesse trovato, lui lo avrebbe accettato e ottenuto. Non c'era altra scelta.
    Suzaku era oramai in viaggio da circa un'ora e si trovava al confine con il Paese del Suono, terra selvaggia e conosciuta per i tremendi e crudeli shinobi che ci vivevano. Era conosciuto come il Villaggio fondato da uno dei tre ninja leggendari più temibili, Orochimaru, Mukenin della Foglia che tentò più volte invano di distruggere l'intero villaggio, ma che probabilmente aveva molti tratti in comune con il Chunin. Anche lui tempo fa era stato assalito dal potere, dalla ricerca di justu che gli consentissero di vivere in eterno, rendendolo uno shinobi temuto e rispettato.
    E se costui, avesse potuto offrire a Suzaku il potere che tanto andava cercando? Per la prima volta, dopo tanto tempo, Suzaku avvertì un impulso, una strana e malata attrazione verso il più ignobile degli shinobi finora esistenti.
    -E così è questo il famigerato Paese delle Risaie? Che schifo, spero che quel farabutto si nasconda nelle vicinanze.
    Il Paese delle Riasie si presentava come un'infinita distesa di coltivazione di piante di riso: un grande lago su cui erano posizionate delle foglie lunghe e sottili legate da uno spago color sabbia, opera dei vari contadini che ogni giorno raccoglievano il riso. Il posto era decisamente spettrale, una strana nube bianca, quasi come una fitta nebbia, aleggiava sul luogo, stranamente illuminata da una luce biancastra in lontananza, forse da alcuni pali elettrici. Suzaku prese a camminare molto lentamente e con gli occhi spalancati per quella valle così tetra, la mano sinistra era salda sull'elsa della sua fedele Yata Garasu, la Chokuto ottenuta qualche tempo addietro grazie al Contratto con i Corvi.
    Il luogo era famoso anche per le imboscate che banditi e ladri organizzavano per depredare e assilire i mercanti o anche i semplici passanti o contadini che vivevano al confine tra i due Paesi o che lavoravano in una di quelle floride piantagioni.
    Suzaku sentiva il suo cuore battere più forte e quella malata sensazione farsi sempre più intensa, che il suo obiettivo era vicino? Che il suo viaggio si fosse già concluso?
    Solo ipotesi. L'unica cosa certa era che Suzaku, la Fenice Rossa della Foglia sarebbe come tale, rinata più forte e più potente di prima dopo quel viaggio così oscuro e pericoloso.

    Suzaku Uchiha
    Stato Fisico: Eccellente
    Stato Mentale: Eccitato, ma allo stesso tempo tremendamente apatico
    Chakra: 180/180
    Equipaggiamento:
    Kunai (x10); Shuriken (x5); Fumogeni (x5); Cartabomba (x5); Fili Metallici (x3); Yata Garasu
    Armi Utilizzate:
    Jutsu Utilizzati:
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    per me vanno bene, al massimo abbasserei il costo del Kai nelle prime due tecniche.
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    Yata Garasu (Corvo Tripode)
    Tipo: Chokuto
    Descrizione: Antica spada risalente al III secolo dai poteri sconosciuti. E' sempre stata custodita da Sirian, la Regina dei Corvi, la quale la donò in tempi lontani a un guerriero capace di controllare il forte potere illusorio della famiglia dei Corvi. Dopo la sua morte la Chokuto andò perduta, alcuni secondo la leggenda, ritenevano che fosse andata persa o distrutta, altri che Sirian si era riappropriata della spada dopo essersi liberata dalla prigione in cui il famigerato shinobi l'aveva rinchiusa, dopo che quest'ultima gli aveva donato la potente spada. E' lunga circa 1,20 metri (1 metro di lama e 20 cm di elsa), possiede una lama corvina, tagliente solo su un lato e costruita con una lega di titanio e platino, conferendogli allo stesso tempo sia una leggerezza fuori dal comune, che una resistenza estremamente elevata. E' capace di resistere alla trasmissione di chakra lungo tutta la sua lama, pertanto può essere rivestita da uno strato di chakra elementale di circa 3 centimetri. In questa forma è in grado di perforare qualunque barriera di resistenza pari al ferro e di rompere altre lame della stessa fattura.
    Il fodero è nero, così come l'elsa, la quale presenta tuttavia, delle decorazioni dipinte in bianco, raffiguranti le tre zampe del corvo stilizzate, sottoforma di simbolo.
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    CITAZIONE
    Abilità comune a tutte le evocazioni:
    Capacità di comunicare con l'evocatore.
    Ottime capacità nell'utilizzo delle arti illusorie. (conferisce la Specializzazione in Genjustu lv I gratuitamente)
    Possibilità di portare in groppa l'utilizzatore (solo nelle evocazioni da Jonin in poi).

    ho eliminato il bonus nella vista per inserire quello nei Genjustu secondo quanto suggerito da Ranu.
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    Silente e letale un kuani sfrecciò dalla penombra di alcuni alberi vicino all'altra sponda del ruscello. La copia scomparve in una nube di fumo, lasciando il palco ad una figura quasi demoniaca, dai denti particolarmente pronunciati e che emanava un forte odore di sangue fresco. Non vi erano dubbi a rigurdo, costui si era saziato di sangue umano poco tempo prima, tanto che la sue cute era ancora intrisa dell'odore pungente del sangue scarlatto. Akira era entusiasta che fosse comparso qualcuno degno di essere sfidato e fiero di potersi confrontare con una così temibile creatura, che fosse umana o meno. Probabilmente era talmente ingenuo e assetato di sangue da non curarsi della vera natura del bushin e assalirlo senza alcuna pietà, oppure era un modo per poter far uscire finalmente allo scoperto la sua preda. Akira non doveva correre il rischio di vanificare la possibilità di colpire di sorpresa, pertanto scese di qualche ramo sull'albero e aprì il taschino di cuio sito sul quadricipite destro e afferrò un piccolo arnese cilindrico con un grilletto sull'estremità superiore, molto simile ad una granata. Lo gettò sul suolo erboso e dopo una insignificante deflagrazione, esso si trasformò in una nube scura e violacea che si diffuse rapida nell'area circostante. La distanza che separava i due shinobi era davvero misera: appena tre metri, pertanto accorgersi di quanto stesse per accadere, non sarebbe stato facile per il demone di Oto.
    Senza perder tempo, Akira si gettò nella nube di fumo coperto dalla stessa e dall'oscurità agli occhi del demonio. Approfittando della confusione venutasi a creare in seguito alla diffusione della nube scura del fumogeno e data anche la sua rapida e grande diffusione, Akira ricorse alla peculiarità unica del Clan Akimichi, l'espansione del corpo attraverso il controllo del proprio tessuto adiposo. Ingigantendo il proprio busto, Akira divenne una palla umana, la quale si diresse ad una velocità decisamente maggiore rispetto al normale, divenendo un vero e proprio proiettile capace di provocare ingenti danni se fosse riuscito a raggiungere il proprio obiettivo. Tale tattica di Akira giocava molto sul fattore strategico e tattico, ovvero confondere il nemico e attaccarlo all'improvviso con un rapido e potente colpo ravvicinato.
    Il demone tuttavia emanava una strana sensazione, non era il sangue o il fetore che ne derivava da esso, ma un senso quasi omicida traspariva dalla sua terrificante espressione e da ogni singolo poro del corpo. Non conosceva valori veri o ideali a cui aggrapparsi, probabilmente era cresciuto nell'odio e nella rabbia, insieme alle sue strambe abilità che ne facevano un vero e proprio vampiro assetato di sangue.
    Di certo Akira era a conoscenza che questa sarebbe stata una delle sue battaglie più temibili e difficili che si sarebbe trovato ad affrontare, la sua vita era in pericolo, ma niente sarebbe riuscito ad impedire di realizzare i suoi utopici sogni nel cassetto.

    Akira Akimichi
    Stato Fisico: Eccellente
    Stato Mentale:
    Chakra: 55/80
    Equipaggiamento:
    Kunai (x5); Shuriken (x5); Cartabomba (x5); Fumogeno (x4);
    Armi Utilizzate:
    Jutsu Utilizzati:
    Livello I (Genin Bianca)
    La capacità di ingrandimento del proprio corpo è ancora quella di un “principiante”.
    - Abilità d’espansione limitata: Il ninja può espandere solo il proprio busto.
    Una volta attivata la tecnica dell’proiettile umano travolgente, il ninja sarà soggetto alle seguenti limitazioni:
    - Libertà di movimento scarsa: Per poter invertire la direzione è necessario compiere una manovra di 15m totali; è possibile solo una volta ogni turno. Il proiettile umano non può saltare. Se fermato il proiettile umano non potrà ripartire. Il proiettile non può fermarsi.Può solo effettuare traiettorie lineari (tranne nei cambio direzioni).
    - Durata ridotta: è possibile mantenere attiva la tecnica al massimo per 3 turni.


    Proiettile Umano Travolgente
    Tipo: Hijutsu
    Grado: C
    Descrizione: grazie a questa tecnica, lo shinobi si gonfia fino a formare una palla, e inizia a girare vorticosamente, scagliandosi contro l'avversario. Rotolando, si lascia un profondo solco per terra, e se si viene colpiti, si roportano danni medi o medio-gravi. La velocità è pari a quella dell'utilizzatore aumentata del 20%.
    Costo: 20

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    CITAZIONE
    Controllo del Chakra (Livello I)
    Restrizione: Allenamento di 6 post
    Il ninja migliora il controllo del chakra, riuscendo a gestire con più precisione le proprie energie. Questo si concretizzerà in una maggiore velocità nell'esecuzione delle tecniche, giacchè risulterà più facile e immediato impastare il chakra. Si avrà accesso alla tecnica Oukashou.

    Era un giorno particolarmente importante per il Genin Akira del Clan Akimichi. Nonostante insieme alla propria famiglia avesse reciso ogni tipo di rapporto con la sede centrale del Clan a Konoha e con tutti gli Akimichi di quel Paese, Akira era pronto per uno dei riti di iniziazione più famosi e importanti del Clan. Raggiunto il grado Genin, dopo aver superato brillantemente gli esami dell'Accademia Ninja, un Akimichi riceveva la possibilità di allenarsi duramente con il Capoclan per poter sviluppare un controllo maggiore del proprio chakra. Era un'occasione unica, riservata soltanto ai più promettenti shinobi del Clan. La divisione dal Clan di Konoha quindi, non aveva fatto perdere le tradizioni tipiche della Famiglia che da generazioni detiene il potere di controllare il proprio tessuto adiposo.
    Con un'emozione forte che lo rendeva teso e rigido, ma con uno sguardo che trasmetteva sicurezza e tranquillità, dote che soltanto pochi potevano vantarsi di avere, Akira bussò alla porta del dojo dove avrebbe dovuto iniziare l'allenamento con il Capoclan Abel. Abel Akimichi era stato uno degli strenui fautori della divisione del Clan, in seguito all'influenza delle organizzazioni criminali che basavano il proprio concetto di forza e potenza soltanto sull'aspetto esteriore. Per ciò che Abel era riuscito a concretizzare, era stato nominato all'unaniminità nuovo Capoclan della sezione di Kiri degli Akimichi.
    -Avanti Akira entra, ti sto aspettando.-esordì una voce rude e possente dall'altra parte della stanza. Un brivido percorse la schiena di Akira, il quale facendosi forza e coraggio, fece scorrere la porta di legno lateralmente ed entrò nella sala. Era una stanza decisamente grande di circa quaranta metri di larghezza e di lunghezza, adibita all'allenamento di pochi soggetti e su specifiche conoscenze. Su una sedia, somigliante più ad una poltrona, vi era Abel, mentre sulla parte alle sue spalle era gelosamente custodito un ritratto del primo Capoclan di Kiri.
    -Bene, il grande giorno è arrivato vero? Oggi ti inizierò a come poter controllare maggiormente il tuo chakra, per poterlo successivamente incanalare nei tuoi colpi e combinarlo con le tecniche della nostra preziosa innata. Perfetto, cominciamo.-Abel si alzò e avanzò verso Akira.
    Era un uomo sulla quarantina, alto e dalla corporatura possente, presentava una vistosa cicatrice sulla guancia destra per poi attraverso l'occhio e terminare su metà della fronte dalla carnagione mulatta. Aveva una folta barba rossa e dei folti capelli che ricadevano come un cespuglio sulle ampie spalle.
    Akira senza proferir parola, rimase in ascolto annuendo di tanto in tanto. -Dunque-riprese Abel-come avrai già studiato in Accademia, il chakra è l'energia fondamentale utilizzata da tutti gli shinobi. Vi sono alcuni che possiedono di natura quest'abilità di controllo, altri come te o me, che hanno bisogno di allenarsi per riuscirci. In seguito a quest'allenamento Akira, sarai in grado di impastare più velocemente il chakra e di saperlo correttamente utilizzare evitando inutili sprechi, che ti possano subito far spossare. Tuttavia, è un'estenuante prova non solo fisica, ma anche mentale poichè richiede grande concentrazione e una mente sempre lucida, d'accordo? Se è tutto chiaro possiamo iniziare con la prima fase, ovvero la meditazione. Non prenderla sottogamba perchè è il fulcro dell'intero allenamento. Siediti sul pavimento e incrocia le gambe, chiudi gli occhi e rilassati, sgombra la mente e alleggerisci il tuo pesante corpo. Vai prova.
    Akira sembrava più sconcertato che entusiasta. Da sempre aveva odiato tutti quegli allenamenti tediosi, in cui era necessario raggiungere una sorta di nirvana per poter accedere ad un potere maggiore e rinchiuso nel proprio io. Si stupì grandemente quando sentì il Capoclan pronunciare quelle amare parole. Come la maggior parte dei Capoclan, era un tipo burbero e scontroso, che amava gli scontri violenti e il corpo a corpo, perciò mai in vita sua avrebbe giurato, che si fosse sottoposto tempo fa ad un addestramento simile. Ancora sgomento, Akira si sedette come gli era stato ordinato e provò ad estraniarsi liberando la mente da ogni pensiero o considerazione. Passò qualche minuto e Akira pensava di aver fatto come il maestro aveva chiesto, ma l'infragersi di un enorme pugno sulla parete lo fece trasalire.
    -No no no no e ancora no!!! Akira non puoi deludermi così! Si notava lontano un miglio che eri assorto in pensieri inutili, rimanendo poco concentrato. Riprova immediatamente e vedi di spicciarti!
    Akira, ancora muto per evitare di innervosire ancor più il suo mentore, socchiuse le iridi e riprese a concentrarsi. Diversi furono i tentativi, ma i risultati parvero gli stessi. Abel cominciò a colpire Akira anzichè la parte, ogni volta che non riteneva idonea la sua concentrazione. Tutto era molto strano per il Genin, il quale non capiva da cosa Abel potesse accorgersi della sua poca concentrazione e insufficiente meditazione. Finalmente deciso a prendere la parola senza preoccuparsi delle conseguenze, Akira si rivolse al suo nuovo sensei per chiarire i dubbi:
    -Mi scusi sensi, ma non riesco a capire. Io provo a concentrarmi e sento un vuoto dentro di me tale da non avvertire nulla, ma non capisco perchè lei continua a colpirmi.. L'ennesimo pugno in pieno volto fu l'unica risposta vera da parte di Abel.
    Dove sbagliava Akira? Non riusciva a capirlo. Ormai consapevole di essere bocciato e di non poter concludere l'addestramento, tentò un'ultima volta prima di alzarsi di sua spontanea volontà e lasciar perdere.
    Era consapevole del fatto che il pugno lo avrebbe raggiunto nuovamente, ma stranamente Akira parve non curarsene. Riprese a concentrarsi e a liberare la mente da quanto lo aveva assalito, provando a raggiungere la vera meditazione promulgata dal maestro. Improvvisamente, mentre era con gli occhi chiusi e la mente sgombra, "vide" mentalmente un'immagine non nitida, ma visibile quanto bastava per poter capire che Abel lo stava per colpire nuovamente. Istintivamente Akira tese il palmo della mano sinistra verso Abel, bloccando il suo destro. Un sorriso si dipinse sul viso del maestro, il quale ritraendo subito il pugno, applaudì vigorosamente l'allievo.
    -Finalmente Akira! Hai raggiunto un livello di concentrazione tale che il tuo corpo, aiutato dal tuo chakra, è riuscito a percepire il movimento nemico. Incosciamente durante questo esercizio non riuscivi ad avvertirmi, poichè la tua concentrazione non era tale da poter invertire il flusso del tuo chakra e rendere così ancora più sensibili i recettori del tuo corpo, responsabili della tua capacità di risposta. Ora possiamo passare alla seconda fase, ma il sole sta per tramontare quindi va a casa, riposati e saziati. Domani ci sarà da superare un'altra temibile prova.
    Detto ciò Abel si voltò e uscì con un raggiante sorriso dalla stanza, lasciando Akira ancora allibito per quanto successo. Incredulo e anche preoccupato, poichè era riuscito a bloccare un pugno del Capoclan, Akira si guardava le mani, cercando invano di ottenere delle risposte più concrete e meno filosofiche di quelle fornitegli dal proprio maestro.
    Prese le sue cose e si avviò verso casa, domani lo avrebbe atteso un compito ancora più arduo.
  12. .
    Il sole e il calore del dì erano solo un mero ricordo di una splendida giornata di primavera. La sera e l'imbrunire avevano avvolto il terso cielo con il loro corvino manto, mentre le spumeggianti stelle riaffioravano di tanto in tanto dipingendo quell'enorme tavola nera. Non vi era un alito di vento e la sera pareva essere molto calda e afosa. Gli alberi si ergevano imponenti nella piccola radura al confine tra il Paese del Suono e quello del Fulmine, in cui uno scrosciare infinito di una piccola cascata che sfociava nel torrente vicino, rendeva più piacevole il passaggio di quel boschetto.
    Akira era in viaggio da molto tempo per conto del Mizukage, il quale lo aveva spedito da Kiri a Kumo, per concludere delle trattative commerciali con i due paesi. Era stato un compito noioso, senza nessun pericolo o tentativo di sabotaggio di qualche stolto da picchiare senza pietà. La giornata era stata pertanto oltre che calda, anche piatta e priva di azione. Ma Akira ancora non sospettava cosa lo avrebbe atteso poco più avanti alla radura.
    Tutto era calmo e tranquillo. Oltre allo scrosciare della piccola cascata non vi era rumore alcuno che potesse insospettire l'Akimichi. Tuttavia, qualcosa raggiunse il potente olfatto di Akira. Era un odore forte e quasi avariato, ma che qualcuno aveva cercato di coprire o di celare. Ben presto Akira capì che dovesse trattarsi di sangue, lavato via dall'acqua vicina del ruscello, ma non nascosta dalle molecole presenti nell'aria e rilevabili da un olfatto sopraffino come quello di Akira.
    Probabilmente qualche delitto era stato commesso nelle vicinanze o magari si trattava soltanto di qualche predatore che era riuscito a catturare la sua preda.
    -*Ma che diavolo? Meglio non rischiare, probabilmente sono già stato avvistato cazzo!*-pensò Akira, così si nascose su un albero vicino dalla chioma verdone e preponderante, che gli offriva un buon nascondiglio da occhi indiscreti e componendo i sigilli della Tigre, del Cinghiale, del Bue e della Scimmia, creò una perfetta copia di se stesso, anche se illusoria.
    Essa scese dall'albero e continuò a camminare tranquillamente come se fosse il vero Akira, mentre l'originale dalla sua posizione prese a scrutare l'ambiente circostante per cercare di scoprire cosa si nascondesse nelle immediate vicinanze. Il bushin illusorio era facilmente distinguibile anche per un semplice shinobi, ma data l'oscurità che alleggiava sul luogo, notare la sua natura incorporea e la mancanza di un'ombra, sarebbe stato del tutto impossibile.
    Ferma e decisa la copia illusoria continuava ad avanzare, probabilmente sarebbe stata assalita da qualcosa o da qualcuno, facendo così uscire allo scoperto il responsabile di quell'ignobile delitto. In cuor suo, tuttavia, Akira sperava che non fosse una bestia feroce ad assalire il bushin, ma un vero e proprio shinobi con cui potersi misurare e rendere quel tedioso viaggio molto più movimentato.
    Il sangue prese a ribollirgli nelle vene e anche una certa sensazione di fame fu avvertita dallo stomaco dell'Akimichi, il quale la ignorò completamente, poichè era già intento ad osservare cosa di lì a poco sarebbe potuto accadere.
    Una cruenta battaglia sarebbe iniziata da lì a poco.


    Akira Akimichi
    Stato Fisico: Eccellente
    Stato Mentale:
    Chakra: 75/80
    Equipaggiamento:
    Kunai (x5); Shuriken (x5); Cartabomba (x10); Fumogeno (x5); Patatine (x2); Tantò (x1)
    Armi Utilizzate:
    Jutsu Utilizzati:
    Sensi Sviluppati - Olfatto (Livello I)
    Grazie a un particolare allenamento, il ninja avrà un olfatto più sviluppato del normale. In questo livello, l'olfatto sarà aumentato del 50%, permettendo di sentire odori deboli entro 2 metri, di media intensità entro 6 metri e odori forti entro 12 metri, distinguendoli perfettamente.

    Tecnica della moltiplicazione del corpo (Bushin no jutsu)
    Tipo: Genjutsu
    Sigili: Tigre, Cinghiale, Bue, Scimmia
    Descrizione: Con questa tecnica si creano delle copie identiche di se stessi, fatte però con il chakra, quindi incorporee. Sono quindi impossibilitate ad attaccare, tenere, afferrare o lanciare oggetti, parlare, nuotare. Nel caso al momento della creazione il ninja abbia in mano qualcosa, allora lo avrà pure la copia, ma non la potrà utilizzare in alcun modo. Le copie durano al massimo 4 turni. Numero massimo di copie per livello: Genin:3 Chunnin : 5 Jounin : 7 SP.Jounin/Sannin : 10 kage: 13
    Livelo: D Consumo: 5 a copia

  13. .
    per Akira Akimichi compro:

    -10 cartabomba = 20 ryo
    -5 fumogeni = 100 ryo
    -1 Tantò= 35 ryo
    -2 Patatine = 60 ryo

    per un totale di 215 ryo. 500-215=285 ryo

    aggiungo io!
  14. .
    ok grazie^^
  15. .
    ok allora lascio la specializzazione in Genjustu. Inoltre nel Rikkudo Rinne, mostro tutti e sei i mondi all'avversario e lo "punisco" scagliandolo in uno dei sei, che sceglierà Suzaku. Per il resto tutto ok?
1413 replies since 10/2/2006
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